Il “primo sì” è di Alfano

Ironia della sorte è stato proprio il Ministero dell’Interno guidato da Alfano a compiere il primo passo nella direzione di una compiuta applicazione della Legge 76/2016.

Il Viminale,  infatti, con la circolare pubblicata il 5 agosto ha chiarito che, in virtù del comma 20 della legge sulle Unioni Civili (“le disposizioni che si riferiscono al matrimonio e le disposizioni contenenti le parole «coniuge», «coniugi» o termini equivalenti, ovunque ricorrono nelle leggi, negli atti aventi forza di legge, nei regolamenti nonche’ negli atti amministrativi e nei contratti collettivi, si applicano anche ad ognuna delle parti dell’unione civile tra persone dello stesso sesso”), le disposizioni del D. Lgs. n. 286/1998 (cd. testo unico immigrazione) in materia di ricongiungimento familiare (art. 29) e di permesso di soggiorno per motivi familiari (art. 30) si estendono anche alle parti dell’unione civile tra persone dello stesso sesso.

Circolare 05 agosto

Ciò comporta che:
a) lo straniero regolarmente soggiornante in Italia possa richiedere il ricongiungimento familiare del partner unito civilmente (in Italia o all’estero), straniero e non residente in Italia, ai sensi dell’art. 29 del Testo unico, e alle medesime condizioni previste per i coniugi;
b) lo straniero presente sul territorio nazionale che contragga l’unione civile con un cittadino italiano possa richiedere (e ottenere) il permesso di soggiorno per motivi familiari ai sensi dell’art. 30 del medesimo Testo unico, alle medesime condizioni previste per il coniuge del cittadino italiano.

Un passo decisamente importante, che fuga qualsiasi dubbio interpretativo sollevato in questi ultimi giorni sui limiti (o presunti tali) del comma 20 della Legge 76/2016.

 

Post Author: Redazione

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